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Pubblicato 5 giorni fa

La fragola è davvero un frutto? La risposta scientifica

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La fragola è universalmente celebrata come l'emblema della frutta primaverile: dolce, succosa, dall'inconfondibile profumo e dal colore rosso seducente. Eppure, per il mondo della botanica, la deliziosa bacca che siamo abituati a gustare non è affatto un frutto nel senso stretto del termine.

Si tratta di una delle più affascinanti e golose mistificazioni della natura, un classico esempio di ciò che gli scienziati definiscono un "falso frutto" o, più precisamente, un frutto aggregato. Per comprendere questa distinzione, è indispensabile partire dalla definizione scientifica di frutto. In botanica, il frutto è il prodotto esclusivo della modificazione e dell'accrescimento dell'ovario del fiore in seguito alla fecondazione. La sua funzione biologica primaria è quella di proteggere il seme e facilitarne la dispersione.

Un "vero frutto" deriva interamente da questa singola struttura. La fragola, appartenente al genere fragaria della famiglia delle Rosaceae, segue un percorso di sviluppo differente, che la porta fuori da questa rigida classificazione. La parte rossa, carnosa e commestibile che noi identifichiamo come "frutto", non è l'ovario sviluppato, ma un'altra parte del fiore: il ricettacolo; ossia la porzione ingrossata, posta alla base del fiore, che sostiene l'apparato riproduttivo e che, nel caso della fragola, si espande e si riempie di zuccheri e acqua, acquisendo il colore e la consistenza che la rendono così appetibile.

Se la fragola “non è” un frutto, dove è andato a finire quello vero?

Ma allora, dove sono i veri frutti in una fragola? Sorprendentemente, essi sono i piccoli puntini gialli o marroni che costellano la superficie della polpa rossa e che spesso vengono erroneamente scambiati per semi. Queste minuscole formazioni, chiamate acheni, sono in realtà i veri frutti della pianta, ognuno contenente al suo interno un seme. La fragola si distingue per essere l'unico "frutto" a portare i suoi veri frutti all’esterno: poiché la parte edule non deriva esclusivamente dall'ovario ma dall'accrescimento di una struttura accessoria, il ricettacolo, essa viene classificata come falso frutto (o frutto accessorio). Inoltre, poiché questi veri frutti, gli acheni, derivano dallo sviluppo di numerosi pistilli (gli organi femminili) presenti sullo stesso fiore, la fragola viene anche definita un frutto aggregato o conocarpo. Questa anomalia botanica non è esclusiva della fragola, ma è condivisa da altri prodotti di uso comune: anche la mela e la pera, ad esempio, sono considerati falsi frutti, poiché la loro polpa deriva dall'ingrossamento del ricettacolo che avvolge il vero frutto, ovvero il torsolo. Nonostante il tecnicismo botanico, nel linguaggio comune e in campo nutrizionale, il termine "frutto" viene impiegato in un'accezione più ampia per descrivere l'insieme delle parti commestibili, generalmente dolci e consumate a fine pasto o come spuntino, derivanti dalla pianta. 

Cento grammi di fragole dal basso contenuto calorico

Dal punto di vista alimentare, la fragola si distingue per essere un alimento a bassissimo contenuto calorico: cento grammi di fragole fresche apportano mediamente solo 27-32 kcal, rendendole uno spuntino ideale anche nelle diete ipocaloriche. Questa leggerezza è dovuta al loro elevato contenuto di acqua, che si attesta intorno al 90-91% del peso totale, conferendo loro eccellenti proprietà idratanti e diuretiche. Le fragole restano a tutti gli effetti un ottimo alimento, ricco di vitamina C, antiossidanti e fibre, le cui innumerevoli proprietà nutrizionali non sono certo diminuite dalla sua curiosa classificazione botanica di falso frutto. È un meraviglioso promemoria di come la scienza possa svelare complessità in ciò che diamo per scontato, invitandoci a guardare con occhi diversi anche il più semplice e amato dei piaceri primaverili. 

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Fragola

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