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Pubblicato 32 minuti fa

Quale frutta si può fare cotta? Consigli utili per la preparazione

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La pratica di cuocere la frutta affonda le sue radici in un passato lontano, ben prima che le nostre cucine moderne fossero equipaggiate con forni e fornelli sofisticati. La sua storia è strettamente intrecciata con la necessità di conservare i preziosi doni della natura, di renderli più digeribili e, non da ultimo, di trasformarli in un conforto dolce e nutriente.

Immaginiamo le prime comunità umane, intente a raccogliere i frutti spontanei offerti dalla terra. In un’epoca in cui la stagionalità dettava legge e la sovrabbondanza di un periodo doveva essere gestita per affrontare i mesi più scarsi, la cottura rappresentava una soluzione ingegnosa. Le prime forme di frutta cotta erano probabilmente molto semplici: frutti interi o a pezzi lasciati cuocere lentamente su braci ardenti o sotto la cenere calda. Questo metodo primordiale non solo ammorbidiva la consistenza della frutta, rendendola più facile da consumare soprattutto per anziani e bambini, ma ne concentrava anche gli zuccheri naturali, intensificandone il sapore dolce. Pensiamo alle mele selvatiche ad esempio: magari un po’ aspre, che attraverso una lenta cottura si trasformavano in un boccone zuccherino e profumato. 

Con l’evoluzione delle tecniche di cottura e la comparsa dei primi rudimentali recipienti, le possibilità si ampliarono. La frutta poteva essere bollita in acqua, spesso addolcita con miele, l’unico dolcificante disponibile per millenni. Questa preparazione non solo conservava la frutta, ma creava anche una sorta di composta primordiale, un antenato delle nostre attuali confetture e conserve. Le civiltà antiche, come i Romani e i Greci, apprezzavano la frutta cotta, spesso aromatizzata con spezie preziose come la cannella e i chiodi di garofano, che giungevano da terre lontane lungo le rotte commerciali. Questi preparati non erano solo un piacere per il palato, ma anche considerati un alimento salutare e ricostituente: nel Medioevo, la frutta cotta continuò a essere una presenza costante sulle tavole, sia quelle dei nobili che quelle dei contadini. Nei monasteri, custodi di antiche conoscenze e spesso pionieri in campo agricolo, si perfezionarono le tecniche di conservazione della frutta, inclusa la cottura con l’aggiunta di zucchero di canna, una merce che divenne più accessibile seppur ancora costosa. Le composte e le conserve di frutta divennero un modo per godere dei sapori estivi anche durante i rigidi inverni, rappresentando una risorsa alimentare preziosa. Con il passare dei secoli e l’evoluzione delle arti culinarie, la frutta cotta si trasformò, arricchendosi di nuove sfumature e preparazioni. L’introduzione di nuove varietà di frutta dalle Americhe, come le pesche e le albicocche, ampliò ulteriormente le possibilità. La cottura al forno divenne un metodo sempre più diffuso, permettendo di ottenere preparazioni più elaborate come torte di frutta e crumble, dove la frutta cotta si sposava con impasti fragranti e croccanti. Fino ai giorni nostri, in cui è diventata un’aggiunta di sapore ai nostri piatti e non solo.

Frutta cotta: quali tipologie si possono utilizzare per ottenere un buon risultato

Tra i frutti più classici e amati nella loro versione cotta troviamo sicuramente le mele: che siano tagliate a spicchi e cotte in padella con burro, zucchero e cannella, oppure svuotate del torsolo e riempite di frutta secca e miele per una cottura al forno, le mele cotte emanano un profumo inconfondibile che riscalda il cuore. La loro polpa diventa tenera e fondente, il sapore dolce si intensifica e si sposa meravigliosamente con le spezie. Anche le pere si rivelano perfette per la cottura: lessate nel vino rosso con chiodi di garofano e scorza d'arancia, diventano un dessert elegante e profumato, oppure cotte al forno con una farcitura di amaretti sbriciolati e cacao, offrono un contrasto di consistenze e sapori irresistibile. La loro dolcezza delicata si esalta con il calore, rendendole ancora più golose. Le pesche e le albicocche, con la loro polpa succosa e vellutata, si trasformano in conserve deliziose o in ripieni golosi per crostate e torte; cotte al forno con un filo di miele e qualche fogliolina di menta, sprigionano un profumo estivo anche nelle giornate più fresche. La loro naturale acidità si bilancia con la dolcezza della cottura, creando un equilibrio di sapori piacevole. 

Le prugne, sia fresche che secche, sono un altro frutto che beneficia enormemente della cottura. Le prime, cotte lentamente con un po' di zucchero e limone, si trasformano in una composta vellutata e profumata, ideale per accompagnare yogurt o gelati. Le altre invece, reidratate e cotte nel vino o nel succo d'arancia, diventano un ingrediente ricco e saporito per dolci e preparazioni agrodolci. Non dimentichiamo poi i frutti di bosco: mirtilli, lamponi, more e fragole, sebbene spesso consumati freschi, possono essere cotti per preparare salse deliziose per dolci, pancake o cheesecake. Il calore fa rilasciare loro il succo, concentrandone il sapore dolce e leggermente acidulo. Una semplice cottura con un po' di zucchero e limone trasforma questi piccoli tesori in una coccola calda e profumata. Anche la zucca, sebbene tecnicamente un frutto, si presta meravigliosamente alla cottura in preparazioni dolci. La sua polpa soda e leggermente dolce si ammorbidisce con il calore, diventando la base per torte, creme e budini dal sapore autunnale e avvolgente.

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