
Il frutto della passione, con il suo sapore esotico, dolce e leggermente acidulo, e il suo profumo intenso, è un vero e proprio tesoro della natura. La sua storia e le sue origini sono tanto affascinanti quanto il suo gusto, conducendoci in un viaggio attraverso continenti e culture, svelando un simbolismo inaspettato e una diffusione globale sorprendente.
Le radici del frutto della passione affondano nel cuore del Sud America, in particolare nelle regioni del Brasile meridionale, del Paraguay e del nord dell'Argentina. La pianta da cui nasce, la Passiflora edulis, è una vigorosa liana appartenente alla famiglia delle Passifloraceae. In queste terre rigogliose, il frutto cresceva spontaneamente, nutrendo le popolazioni indigene con la sua polpa succosa e i suoi croccanti semi. La denominazione "frutto della passione" non deriva da presunte proprietà afrodisiache, bensì affonda le sue radici nella sfera religiosa. Nel 17° secolo, i missionari gesuiti e agostiniani, giunti in Sud America con l'obiettivo di evangelizzare le popolazioni locali, rimasero colpiti dalla particolare struttura del fiore della passiflora.
In esso, riconobbero i simboli della Passione di Cristo: i tre stigmi del pistillo vennero associati ai tre chiodi della crocifissione, i cinque stami rappresentavano le cinque piaghe, la corona di filamenti che circonda l'ovario fu vista come la corona di spine, i dieci tepali simboleggiavano gli apostoli fedeli e i viticci della pianta richiamavano i flagelli utilizzati nella flagellazione. Questa interpretazione simbolica fece sì che il fiore venisse chiamato "flor das cinco chagas" o "fiore della passione", e di conseguenza, anche il frutto prodotto dalla pianta ereditò questo nome evocativo. I missionari utilizzarono questa analogia visiva come strumento didattico per illustrare la storia biblica agli indigeni, conferendo al frutto un significato sacro e culturale.
Il viaggio del Frutto della Passione e lo sbarco (anche) in Europa
Dopo la sua scoperta da parte degli europei, il frutto della passione intraprese un viaggio attraverso i continenti: grazie alla sua adattabilità ai climi tropicali e subtropicali, la Passiflora edulis si diffuse in diverse parti del mondo, raggiungendo l'Asia, con l'India, lo Sri Lanka, l'Indonesia e le Filippine; l'Africa, con il Kenya, il Sudafrica e lo Zimbabwe; l'Oceania, con l'Australia, la Nuova Zelanda e le Hawaii; e persino alcune zone con clima mite in Europa, come la Spagna e l'Italia meridionale, dove si sono avute esperienze di coltivazione. Oggi, il frutto della passione è apprezzato in tutto il mondo per il suo sapore unico e le sue proprietà nutrizionali. Viene consumato fresco e utilizzato per la preparazione di succhi, marmellate, gelati, dolci e cocktail, arricchendo la gastronomia internazionale con la sua nota esotica.
Esistono diverse varietà di frutto della passione, tra cui spiccano il maracujá viola (Passiflora edulis), la varietà più diffusa con la sua buccia di colore viola scuro e la polpa giallo-arancio dal sapore intenso e aromatico, e il maracujá giallo (Passiflora edulis flavicarpa), caratterizzato da una buccia gialla e una polpa più acida. Entrambe le varietà sono ricche di vitamine A e C, minerali come potassio e ferro, e antiossidanti, contribuendo al benessere del nostro organismo. Oltre al suo significato religioso, il frutto della passione ha acquisito nel tempo ulteriori connotazioni simboliche legate all'esotismo, alla sensualità e alla vitalità. Il suo profumo inebriante e il suo sapore vibrante evocano terre lontane e passioni intense. In conclusione, la storia e l'origine del frutto della passione sono un racconto affascinante che intreccia natura, cultura e spiritualità. Da umili origini nelle foreste sudamericane, questo frutto straordinario ha conquistato il mondo, portando con sé un nome evocativo e un sapore indimenticabile, testimoniando la ricchezza e la bellezza della biodiversità del nostro pianeta.